Slowhand
Dunque. Ho dato fondo alla memoria di ex-tifoso, con qualche aiuto da parte di Wikipedia quando i ricordi non erano precisi. Il mio problema è che gli ultimi dieci anni di F1 per me sono "trasparenti", già dall'era Schumacher per me le gare avevano perso parecchio interesse, e ultimamente ne vedrò si e no un paio a stagione, a malapena conosco il nome del Campione del Mondo. Il che certamente falsa parecchio la classifica, ma -per onestà- anzichè 26 piloti ne ho scelti 23 proprio per lasciare 3... wild cards a piloti che magari sono bravi, ma avendo espresso il loro talento in questi ultimi anni mi sono sconosciuti. Mi duole aver escluso il grande Emerson Fittipaldi, che tante gare ha corso nel periodo interessato, ma le cose migliori lui le aveva fatte prima, e in quegli anni ha davvero collezionato solo magre figure. Come consigliato, in virtù del fatto che si tratta di una starting grid, quando non sapevo bene quale scegliere tra piloti (a mia opinione) di pari livello, ho preferito mettere davanti quello che (a mia opinione) sarebbe stato più veloce in qualifica.
Allora, procedendo dalla 13 fila:
26: Divina Galica: unica donna ad aver raggiunto risultati decenti in F1, e pure carina. Sarà sessista, ma un ricordo ci voleva.
25: John Watson. Un regolarista, più che un velocista, ma pilota di grande talento, capace di portare fino in fondo macchine che con altri "campioni" si sarebbero fermate dopo tre giri. Ha perfino sfiorato un titolo, forse sarebbe stato troppo, ma come "seconda guida" è forse stato per tanti anni il meglio disponibile nel lotto.
24: Jacques Laffite
23: Riccardo Patrese: metto insieme questi due long-time-drivers (arrotondando, 150 GP Laffite, 250 GP Patrese). Entrambi piloti capaci, affidabili, veloci, spesso mortificati da vetture inadeguate o da compagni di squadra con contratti migliori.
22: Gerhard Berger: ovvero, la buona sorte di essere il più bravo... ma sempre dopo un altro. Non gli mancava nulla per diventare campione del mondo, ma quando nella tua carriera becchi uno dopo l'altro Prost, Senna, Mansell e Schumacher, puoi farci poco.
21: Mika Hakkinen: più che un vincente, un non-perdente. Con un bel po' di fiducia gli danno la macchina migliore del mazzo, e lui porta a casa due campionati del mondo (rischiando sul secondo). Non mi ha mai entusiasmato, ma la qualità si deve riconoscerla.
20: (wild card)
19: James Hunt: un fuoco di paglia, il suo, ma che bella fiamma, quella dell'ultimo pilota a vincere un mondiale senza poter contare su una macchina "vincente". Sì, certo, senza il Nurburgring sarebbe stata un'altra storia. Ma conta pure quello.
18: René Arnoux. In questa fila dedicata ai "perdenti" ci sta il francese più veloce e tignoso di tutti, che ha sempre scelto la macchina sbagliata.
17: Michele Alboreto. Il ritorno del "pilota italiano" in Ferrari coincide con la peggior parentesi della scuderia negli ultimi 40 anni. Ha fatto quello che ha potuto, che era tutt'altro che poco, ma la mancanza della Vittoria in campionato (che, per le qualità personali, si sarebbe ampiamente meritato) lo ha relegato tra i ricordi sfumati delle occasioni perdute.
16: wild card
15: Jenson Button. Una "testa" degna di Lauda e Prost, un "cuore" all'altezza, un "piede" non sempre felice. Ha sfruttato alla grande l'unica occasione che ha avuto per vincere un mondiale: per me, anche questo significa qualcosa.
14: Carlos Reutemann. Anche lui un perdente di classe. Forse, dal punto di vista dello "stile" di guida, il miglior pilota di F1 tra i '70 e i primi '80. Gli mancava quel pizzico di "cattiveria" che lo avrebbe trasformato in un campionissimo da ricordare.
13: Gilles Villeneuve. Personalità, invece, lui ne aveva fin troppa. Se n'è andato così presto che è difficile indovinare dove sarebbe arrivato, forse solo a un altro schianto, forse nell'Olimpo dei Campioni. Più che alle qualità di pilota (nel suo caso, tutte ancora da sgrezzare), siamo ancora affezionati alla sua leggenda, a quel giro a Digione con Arnoux, agli arrivi su tre ruote, alle staccate impossibili. A cose, insomma, che dopo di lui non abbiamo più visto.
12: Nigel Mansell. Il cuore oltre l'ostacolo, ovvero montare su una qualsiasi vettura di F1 e schiacciare finché ce n'è, sperando di azzeccare le curve e pregando che non si rompa niente. Alla fine gli ha detto bene: ne è uscito vivo, passabilmente sano e col titolo di Campione. Considerando con chi aveva a che fare, non è mica poco.
11: Fernando Alonso. Niente da dire, eh, le qualità ci sono tutte: è veloce, coraggioso, ragiona bene, osa quando deve e non solo quando può. Diciamo che le ultime stagioni ferrariste lo hanno visto un po' opaco, e mi hanno fatto spuntare il pensiero che forse, nella famosa accoppiata uomo-macchina, nel suo caso la seconda conti di più di quanto credessi.
TOP TEN. Qui fare la griglia diventa davvero difficile, ma se uno deve...
10: Lewis Hamilton. Se non ricordo male, Campione in carica. Già gran talento giovanissimo, col tempo ha imparato anche la "malizia". Siamo lontani da quelle volpi di Lauda e Prost, ma il ragazzo ha stoffa, eccome.
9: wild card.
8: Kimi Raikkonen. A me, come pilota ha sempre detto poco. Sarà quel fatto che andava veloce (tanto, ma proprio tanto) e non sbagliava (quasi) mai.
7: Nelson Piquet. Mentre gli altri sudavano l'anima per spuntare quel decimo in meno, quando lui saliva in macchina dava l'idea che guidare una F1 fosse la cosa più facile del mondo. Tre titoli mondiali lo portano tra i grandissimi, mi è sempre piaciuto il fatto che anche a lui sembrasse non fregarne un gran che.
E da qui in poi le posizioni potete scambiarle come vi pare, va sempre bene. Solo il primo, beh, quello è mio, e non vi consento di interloquire. :rolleyes:
6: Sebastian Vettel. La sola idea che possa ancor migliorare la dice lunga sulle qualità di questo ragazzo. Certo, lo aiutano molto il fatto di avere pochi avversari all'altezza, e una macchina da leggenda. Ma insomma, anche così, vincere SEMPRE è roba da Campioni Veri.
5: Alain Prost. Così bravo che spesso ci si dimentica quanto fosse veloce, feroce, vorace.
4: Niki Lauda. Come Prost, ma in più il coraggio di guardare tutti i giorni quella faccia e tornare a vincere.
E, sul podio:
3: Ayrton Senna. Se mai Dio ha detto a un uomo "va' nel mondo, e corri in macchina", beh, quell'uomo forse era Ayrton Senna.
2: Michael Schumacher. Forse non aveva il talento di Senna. Però era più bravo.
1: Ronnie Peterson. Si, ero suo tifoso, e quella domenica di settembre del '78 è finita la prima parte della mia giovinezza, con l'acquisizione della consapevolezza che anche i miti, anche i migliori, anche chi non se lo merita, può morire così, all'improvviso, senza una ragione, prima ancora di aver finito di fare quello che era venuto a fare. L'Uomo più veloce del mondo, lo chiamavano allora. A parte il tifo, se questa è una starting grid ideale, a parità di vettura Ronnie avrebbe tranquillamente potuto mettere in fila tutti quei nomi che avete letto, in questa personalissima griglia della memoria, prima del suo. Perché a Peterson Dio aveva DAVVERO detto "va' nel mondo, e corri in macchina". E se gli uomini sono stati così stronzi da mettergli in mano un mostro a sei ruote, pur di non farlo vincere, beh, non è colpa sua (né di Dio, ça va sans dire).
E ora, vado a leggermi l'articolo di Turrini. :smoke: